venerdì 6 settembre 2013

un oscuro scrutare

una volta una signora mi ha detto: "è già un po' che la tengo d'occhio, lei non lo sa ma io la seguo..ho visto quasi tutte le sue mostre. mi raccomando: non si perda come hanno fatto tanti". l'ho preso come un complimento, ed in parte come un giusto monito. perchè perdersi è un attimo. pensare di essere arrivati, di aver capito di aver trovato il giusto equilibrio di forme e di saperi, di essere diventato "originale": tutti sinonimi di smarrimento. perchè nel monopoli dell'arte chi arriva per primo in fondo precipita nel baratro dell'immotivato successo e della celebrazione gratuita mentre chi ancora arranca nelle nebbie dell'invisibilità continua a conservare un adeguato senso di insoddisfazione, che spinge a superarsi, a liberarsi delle paure, ad osare davvero.ecco perchè molti artisti sognano prima o poi di sparire, di perdersi nel cosmo perchè l'invisibilità è sinonimo di purezza e quando invece si desidera solo di apparire forse si smette davvero di essere artisti per diventare profughi dell'anima in cerca di gratificanti ma inadeguate conferme. ma l'arte non è certezza, solidità, tranquillità bensì dubbio ed inquietante ansia di miglioramento, un processo di strana catarsi dove per pulirsi bisogna avere il coraggio di sporcarsi, dove la purificazione sgorga dal baratro nell'attesa di qualcosa di meglio che si sa non arriverà con facilità, e dove l'impegno ed il sacrificio non bastano. perchè l'anima si nutre solo di se stessa.